Scuole chiuse, dall’aspetto di cattedrali solitarie, insegnanti ed alunni mascherati, confinati nello spazio ristretto della propria casa o aula, davanti ad uno schermo nero su cui ammiccano occhi che palpitano ad intermittenza, nell’immobilità del presente, nella sospensione delle attese, nell’incertezza del futuro.
Il quadro della scuola oggi mentre, fuori, isolamento e protesta.
Cosa insegnare e perché insegnare? È un nuovo modo di far lezione mentre la perdita del contatto umano disgrega la società e la DaD, tecnologicamente ottima, ha fatto scoprire nuove orizzonti, ha, nell’emergenza, salvato ed impegnato le menti pur contribuendo a formare piccoli fantasmi intellettuali.
Di questo alcuni insegnanti si erano accorti; già prima della DaD c’erano stati tutti i segnali, si era scivolati verso il qualunquismo, verso l’inedia intellettuale ed il pressapochismo poco scientifico che ha condotto alla forma di permissivismo sociale che tutto è tranne democrazia. La figura dell’insegnante ne è uscita diminuita, limitata, derisa.
Poi, una mattina, il mondo si è svegliato ed ha scoperto di avere la peste, non un fuggi fuggi ma un serrare le porte, sprangare le finestre e l’insegnante, già assistente sociale e psicologo, dopo aver attraversato il brainstorming, aver adottato il principio dei gruppi di studio, della mappatura per poter arrivare al problem solving e, dopo aver rovesciato la sua classe nella flipped classroom per arrivare al debate, per dare spazio alla creatività, dopo essere stato giocoliere, si è improvvisato tecnico a distanza, in modo più o meno brillante.
A questo punto resta una sola cosa da fare dato che l’istruzione costa molto meno dell’ignoranza, come qualcuno ha detto, bisogna tornare all’etimologia della parola insegnante.
Se insegnare vuol dire lasciare un segno, cosa pressocché impossibile nella società liquida in cui viviamo, bisogna trovare il coraggio di imporsi come educatori e come guide a tutela dell’intelligenza e istruzione non vuol dire memorizzare ma, capire come si evolvono i fatti di ogni scienza.
Insegnare vuol dire lasciare un segno che dia la capacità di interpretare i segni. L’insegnante si riprenda la sua funzione.
Insegnante presso Scuole Manzoni di Bologna (Fondazione Malavisi). Laureata in Lettere classiche, ha insegnato Italiano come L2 in Grecia. Collabora con l’Università per l’insegnamento della lingua Greco Moderno